
CATANIA
Continuano senza sosta le operazioni di sbarco dei 541 migranti giunti stamattina nei pressi del porto di Catania. Il personale della Capitaneria di Porto sta facendo salire su una motovedetta della Guardia Costiera gli uomini e le donne arrivati con la nave Sirio, rimasta al largo delle coste catanesi. Finora a toccare terra sono state 270 persone. Priorità è stata data ai nuclei familiari che sono stati accolti per primi nel campo allestito dalla Croce Rossa. Le operazioni dureranno per altre 10 ore. «Quella della “staffetta” è una procedura che non sta a noi giudicare- dice Stefano Principato, presidente della Croce Rossa Catania- a bordo non ci sono grosse emergenze sanitarie ma visto l’esiguo numero di persone che, di volta in volta, sbarcano al porto non possiamo fornire un quadro dettagliato della situazione per ora. L’unica cosa certa e che, insieme alle altre associazioni presenti, vogliamo chiedere alle istituzioni di velocizzare le operazioni di passaggio per fornire soccorso ai migranti nel minor tempo possibile». Sabato scorso, a Catania, a bordo della nave Phoenix, sono arrivati in 394, soccorsi il giorno prima nel Mediterraneo Centrale. A bordo, anche il cadavere di un ragazzo.
Nelle ultime ore arrivi anche nei porti di Augusta, Messina e Pozzallo. In quest’ultimo porto sono arrivati, nella mattinata di ieri, 287 migranti tra cui una decina di minori, mentre sabato sono scesi dalla nave dei soccorsi in 407, di cui 28 minori. A Messina arrivati 682 migranti. Ad Augusta 981 di cui 20 donne incinte e 28 minori accompagnati. Presso l’Hot Spot in provincia di Siracusa sono già transitati quasi 4.000 migranti in occasione di 13 approdi. Nel 2016, sempre nello stesso impianto, erano arrivati 18.488 migranti divisi in 56 sbarchi. Numeri che fanno riflettere e che sottolineano come i viaggi della speranza si intensifichino con la stagione estiva. Polizia, quindi, in costante allerta con 38 scafisti individuati nei primi 5 mesi del 2017 a fronte dei 200 arrestati l’anno scorso.
«Per tanti che raggiungono le coste italiane- sottolinea Medea Savary, volontaria UNHCR- molti muoiono annegati durante la traversata: le statistiche parlano di un individuo su trentacinque. Numeri impressionanti se pensiamo che da gennaio ad oggi sono morte oltre mille persone. Dati che ci spingono a chiedere una maggiore collaborazione con tutti i soggetti interessati».
Damiano Scala – Eleonora Cosentino
8 maggio 2017