
Impazza su Facebook la campagna di Act!onaid, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che si celebra domani; nei vari profili, donne e uomini, pubblicano la proprio foto con una scritta semplice, ma significativa: «No alla violenza sulle donne». E non solo, anche i commenti di chi decide di pubblicare o di amici sono di estrema condanna per chi commette atti del genere.
Proprio per tali ragioni, l’associazione umanitaria Act!onaid, lotta per i diritti degli indifesi, in particolare donne e bambini. Ha il fine prevenire e contrastare la violenza sulle donne in ogni sua forma, e da anni la onlus porta avanti campagne di sensibilizzazione e d’informazione e chiede alle istituzioni risposte efficaci, attraverso servizi adeguati e anche a livello legislativo. Ma non si ferma solo alle istituzioni, infatti i volontari agiscono per sensibilizzare e per cambiare anche i comportamenti delle persone, sostenendo donne, ragazze e bambine nella sfida contro le barriere di ordine socio-culturale che sono all’origine della violenza e a identificare i cambiamenti che vorrebbero attuare nelle loro case, scuole e comunità.
Secondo una recente indagine Istat, nel 2015 la violenza contro le donne è un fenomeno ampio e diffuso. Infatti sono 6 milioni 788 mila donne hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni: il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri. Sono 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri. A commettere violenza sono soprattutto i partner attuali o gli ex che non si arrendono alla fine di un rapporto. Il 62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente. Gli autori di molestie sessuali sono invece degli sconosciuti nella maggior parte dei casi (76,8%). Ma è anche vero che grazie alla grande sensibilizzazione delle reti sociali antiviolenza, al coraggio che le donne negli ultimi anni hanno nel denunciare, il dato negli ultimi cinque anni è sceso dal 13% al 11%. Sempre secondo l’Istat è un risultato frutto di una maggiore informazione, del lavoro sul campo, ma soprattutto di una migliore capacità delle donne di prevenire e di combattere il fenomeno. E allora ben venga anche il tam-tam mediatico se può servire per riflettere su un fenomeno diffuso in tante case e soprattutto per denunciare atti di violenza che purtroppo alle volte sfociano nei peggiori dei finali.