
Una lotta quella dei 600 dipendenti del call center di Paternò per non perdere il lavoro che ha coinvolto politici e sindacalisti. Nessuno vuole la chiusura del QE’
Paternò (Ct). Non si arrendono i lavoratori del call center QE’ di Paternò e così davanti alla crisi che da un momento all’altro potrebbe gettarli in pasto alle statistiche sulla disoccupazione i 600 lavoratori hanno deciso di fare sentire la loro voce. Hanno creato un gruppo Facebook per perorare la loro causa «SALVIAMO I LAVORATORI DEL CALL CENTER QE’» ed hanno raccolto già più di mille adesioni.
Hanno lanciato anche una campagna fotografica in cui dipendenti e simpatizzanti si fanno fotografare con un cartello in mano e l’hashtag #IOSONOQE’. Il call center lavora su commesse di grandi aziende italiane, tra cui Enel, Inps e Sky. 350 lavoratori a tempo indeterminato inbound e 250 a progetto rischiano di perdere lo stipendio che gli consente di sopravvivere in tempi in cui un posto di lavoro è un vero e proprio miraggio. La colpa della situazione del call center secondo Fistel e Cisl siciliane sono da addebitare agli imprenditori. Una cattiva gestione quindi, perché le commesse appunto non mancherebbero. Le sigle sindacali si sono attivate e hanno incontrato prefetto e sindaco per sbloccare il futuro incerto dei dipendenti. In agenda c’è stato anche un incontro con Transocom, azienda committente che sembrava interessata ad acquisire QE’. L’obiettivo dei sindacati e dei lavoratori è il medesimo, ottenere il salvataggio dell’azienda e perché no, anche il rilancio. Un territorio già depresso economicamente come quello di Paternò non può permettersi di abbandonare così 600 lavoratori e di conseguenza anche le 600 famiglie di questi ultimi.

A partecipare alla campagna, non solo politici e sindacalisti, c’è infatti anche un volto noto e amato della televisione siciliana come Salvo La Rosa. Insomma ci sono tutti a difendere il diritto al lavoro dei 600 del QE’. Proprio oggi inoltre i lavoratori hanno annunciato anche un corteo a Catania per venerdì alle 9.30 con partenza da piazza Roma, in cui ancora una volta cercheranno di far sentire la propria voce.
Innumerevoli le testimonianze e gli sfoghi dei dipendenti che scorrono continuamente sulla bacheca del gruppo Facebook, ne vogliamo segnalare ai lettori solo uno che ci sembra racchiudere lo stato d’animo di molti dei dipendenti: «La dignità dei lavoratori che hanno sempre dimostrato attaccamento verso la propria azienda non può essere sacrificata per i capricci e gli intrallazzi di un imprenditore poco serio e irresponsabile». Non c’è niente altro da aggiungere.