
Palermo è la capitale del rumore. Lo studio Amplifon arriva in occasione della Settimana europea di mobilità. La classifica delle città italiane
Palermo. Si sa, il traffico dopo la mafia è uno dei maggiori problemi delle città siciliane e di Palermo in particolare. Il traffico genera stress e lo stress quando si è in fila in automobile e magari si ha fretta di raggiungere la fidanzata o il luogo di lavoro, genera le clacsonate, ma non quelle goliardiche di Gastone Moschin e compagnia nel film Amici Miei, ma quelle rabbiose che portano a pigiare insofferenti il pulsante al centro dello sterzo e catarticamente liberarsi dell’accumulo di nervosismo. Il rombo di un motore, le sirene di ambulanze e forze dell’ordine, le clacsonate come detto, sono questi gli elementi e i rumori che contribuiscono ad inquinare acusticamente le nostre città e a renderci insofferenti a ogni genere di suono.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità la soglia critica per evitare danni all’udito è fissata a 90 decibel. A Palermo questa soglia è superata e si arriva a picchi di 92,6 decibel, sopratutto in certe fasce orarie. Se siete a Palermo tra le 12.00 e le 14.00 vi conviene coprirvi le orecchie. Ma la media dell’inquinamento acustico è altrettanto preoccupante perché è fissata dallo studio Amplifon a 82,2 decibel. Nello studio si sono analizzate le strade di 20 centri urbani. Sul podio dopo Palermo, ci sono Firenze e Torino. Ma è tutta l’Italia a essere rumorosa, perché i valori rispetto alle altre nazioni europee sono troppo vicini alla soglia fissata dall’Oms.
I dati associati al rumore fanno davvero spavento, perché si calcola che nelle zone in cui il rumore del traffico supera i 60 decibel, c’è un aumento del 4% della mortalità, una maggiore probabilità di essere colpiti da ictus e anche un aumento del 5% dell’obesità.
«Le strade italiane, poi – secondo gli specialisti – arrivano spesso a superare anche gli 85 decibel e ciò è preoccupante se si pensa che il rumore, anche a livelli inferiori, può interferire con la comunicazione verbale, quindi con la concentrazione, lo stato di stress, il rendimento scolastico e lavorativo, fino a diventare causa di incidenti. A questi effetti – concludono – sono più esposti gli anziani, i bambini e chi già presenta disturbi di udito e comunicazione».
Ma sono tanti i disturbi che possono essere associati all’incessante rumore che percepiamo quotidianamente: insonnia, sonnolenza, preoccupazione, nervosismo, sbalzi d’umore, irritabilità, mal di testa sono i più comuni. Senza considerare che l’esposizione sonora, a partire da livelli di 75-85 decibel, può danneggiare l’organo sensoriale causando un deficit uditivo irreversibile. La lotta all’inquinamento acustico parte da una sensibilizzazione ai problemi dell’ambiente, per poter migliorare le condizioni di vita delle comunità.